La Chiesa di San Michele e il Campanile

Chiesa e Campanile di San Michele, gioielli rinascimentali San Michele è la chiesa più antica di Vibo Valentia (allora Monteleone) e per molto tempo la sola parrocchia della città. C’è testimonianza di un’altra chiesa dello stesso periodo, quella di San Pietro dentro le mura (vicino all'arco di Marzano) perché lo studioso Vito Capialbi ne fa menzione ma, poiché troppo piccola per il continuo aumento della popolazione, fu deciso di costruirne una più grande a poca distanza da questa. L’attuale chiesa venne eretta nel 1519 sulla preesistente chiesetta di “San Michele il Vecchio” di cui ancora oggi sono visibili alcune parti originarie (l'oratorio e la cripta) risalente attorno al 1233 (o forse dopo l'anno 1239). Per molto tempo assieme al campanile venne attribuita a Gaspare Peruzzi, ora dai recenti studi sugli elementi architettonici simili se non addirittura identici, si propende ad attribuirla ad alcuni artisti del rinascimento napoletano. Più precisamente si è orientati a credere che la paternità della chiesa sia dell’architetto calabrese Giovanni Donadio (che operò a Napoli) detto il “Mormanno”. San Michele ha subito nel corso del tempo alcuni ampliamenti e abbellimenti con la costruzione anche della torre campanaria nel 1695 (data incisa sul pilastro che guarda la strada a ponente). All'interno sono custodite diverse opere di grande valore artistico, tra queste, due tele del XVIII secolo di G. Rubino raffiguranti La Comunione di Cristo e la Madonna col Bambino, San Pietro e San Paolo; La Deposizione e L'Annunciazione di Zoda; un pregevole S. Gaetano dipinto da Curatoli e il prezioso quadro secentesco la Caduta degli Angeli di Giordano. Il campanile, alto circa 30 mt, è diviso in quattro piani sovrapposti con paraste e un portale barocco, una scala interna elicoidale di 80 gradini e, seppure di molto posteriore alla costruzione della chiesa, presenta gli stessi elementi decorativi orizzontali e verticali di quest'ultima. Sul piano più alto del campanile era poi posto l'orologio della città costruito nel 1691 il cui meccanismo è stato ritrovato sul posto ed oggi conservato nel museo e terminava poi con una bella cuspide, con quattro aperture ovali, una per ogni lato e un comignolo di terra cotta. La cuspide fu colpita una prima volta da un fulmine, rifatta verso il 1827, danneggiata poi durante il terremoto del 1905, venne definitivamente demolita. Sotto il pavimento della chiesa si trova una cripta presumibilmente risalente a “San Michele il Vecchio” che oggi è stata adibita a spazio museale di arte sacra. Al suo interno, durante alcuni scavi compiuti nel 2007, sono stati ritrovati teschi umani e centinaia di ossa (ancora visibili in alcune teche) seppelliti com'era in uso prima che venissero aperti i cimiteri, in seguito all'editto napoleonico del 1805 che vietava la sepoltura nelle chiese. ( da SPQVIBO)